La Colonia Fara, Chiavari (Genova), 1958
Il 28 ottobre 1935, a poco più di quattro mesi dall'inizio dei lavori, viene portata a termine sull'arenile di Chiavari la Colonia Fara. Commissionata dalla federazione provinciale genovese del Partito Nazionale Fascista, la nuova costruzione, destinata ad ospitare nei mesi estivi «i bambini delle valli appenniniche bisognosi di cure marine», è stata commissionata dalla federazione provinciale genovese del PNF all'ingegnere Camillo Nardi Greco. Alta 43 metri, essa si compone di due corpi differenziati: uno a sviluppo orizzontale, disposto parallelamente alla battigia ed organizzato su due piani, l'altro a sviluppo verticale e composto da una torre "lamellare" di nove piani, l'ultimo dei quali con terrazza panoramica continua coperta da una pensilina. La Colonia Fara rappresenta una delle più moderne espressioni dell'epoca in Italia sul piano della concezione architettonica e una delle strutture di eccellenza nel panorama dell'architettura del Movimento Moderno in Europa. Le sue forme curvilinee e il basamento ad ali laterali simmetriche rimandano all'architettura dell'aeroplano e al dinamismo futurista e si ispirano alle avanguardie internazionali del costruttivismo e dell'espressionismo, come ad esempio i magazzini Schocken di Erich Mendelsohn a Stoccarda e Chemnitz (1926-28). Attualmente l'opera è oggetto di una vivace controversia tra il Comune di Chiavari ed alcune associazioni paesaggistiche che ne contestano la cessione a un consorzio di privati intenzionato a trasformarla in un complesso alberghiero dotato di beauty-farm, piscina calda con acqua di mare, appartamenti di lusso, ristorante e stabilimento balneare privato. |
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